“Grazie, il Paese vi deve gratitudine istituzionale. La politica ha ripreso il proprio posto con un disegno organico portato avanti dal Parlamento. La storia della politica italiana si occuperà di questa giornata e sarà gentile con voi perché avete scelto di scrivere la storia e non solo di leggerla. Ci hanno dato dei dilettanti. Ma a me piace ricordare chei dilettanti hanno fatto l’arca di Noè, mentre i professionisti hanno fatto il Titanic”. Un discorso, quello che Matteo Renzi, a Palazzo Madama, ha rivolto ai senatori parlando delle riforme, al quale è seguito un minuto di applausi dai settori del centrosinistra. Non noi non tocchiamo il sistema dei pesi e dei contrappesi previsti dalla Costituzione – ha poi affermato il Premier – Questa legge non incide sul ruolo della presidenza della Repubblica e degli organismi di contrappeso, così come sono stati definiti dai costituenti nel ’46. Questa legge cerca di rendere meno ingessato un sistema parlamentare che ha prodotto 63 governi in 70 anni, che ha legislatori di grandissimo livello ma che ha procedure così farraginose da essere unanimemente considerato ormai inadeguato. Quindi, a proposito del referendum, Renzi ha assicurato categoricamente che “Prendo l’impegno esplicito: in caso di sconfitta ne trarrò le conseguenze, ma dico anche che, proprio per questo motivo, sarà affascinante vedere le stesse facce gaudenti di adesso, il giorno dopo il referendum, quando i cittadini con la riforma avranno detto da che parte stanno. I cittadini stanno dalla parte di chi ci crede, di chi ci prova, di chi non si limita a lamentarsi. Come è possibile non trarre le dovute conseguenze qualora non ci fosse un voto positivo al referendum costituzionale. E’ finita la stagione dell’impegno politico fatto a prescindere dal consenso dei cittadini, Il potere che noi esercitiamo ha un senso se lo mettiamo in campo per cambiare l’Italia”. Quindi il presidente del Consiglio ha tenuto a ringraziare il ministro delle Riforme Boschi per “la sua straordinaria determinazione e tenacia in questo lungo iter”, il presidente della prima commissione Anna Finocchiaro per il suo decisivo supporto” e il “senatore a vita Giorgio Napolitano” perché “se non ci fosse stato il suo discorso che tutti voi in Parlamento avete vigorosamente applaudito nell’aprile del 2013, non ci sarebbe questa riforma, non sarebbe in piedi questa legislatura”. Concludendo, il rapporto con l’Europa”è la più grande occasione se smette di parlare di austerità per provare aimboccare la strada della crescita”. Da segnalare, in aula, la standing ovation per lingresso del senatore Sergio Zavoli (sulla sedia a rotelle per i postumi di un infortunio), e le contestazioni del M5S, della Lega e di Sel, subito sedate dallintervento del presidente del Senato Pietro Grasso.
M.